La Scala dei Turchi

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_SAX_
view post Posted on 22/5/2008, 13:17




Natura e leggenda alla Scala dei Turchi

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Già dal nome di questo sito si evince l'incontro tra storia, natura e leggenda. Si tratta di una scultura naturale, costituita da uno sperone di marna, una roccia sedimentaria a grana fine di natura calcarea e argillosa su cui i venti e le piogge hanno scavato una naturale gradinata conferendo a questa scogliera peculiari forme, dolci e irregolari, rendendola fra le più caratteristiche e incantevoli d'Italia. Questo regalo che la natura ha fatto ai siciliani si erge a picco sul mare lungo la costa di Realmonte , interrompendo la spiaggia di sabbia fine, dona uno spettacolo unico grazie al bianco degli scogli esaltato dalla luce del sole che si introduce tra il blu del mare e del cielo. Il nome della Scala dei Turchi viene dalla sua naturale forma e dalle incursioni di pirateria di cui fu teatro, da parte di popolazioni arabe chiamate genericamente "turchi" che, secondo la leggenda ormeggiavano le loro navi nelle acque della Scala che rappresentava un ottimo approdo meno battuta dai venti e protetta dalla vigilanza costiera. Da li si arrampicavano tra le insenature della scogliera, ne raggiungevano la cima e saccheggiavano ogni bene dai villaggi vicini. Si racconta che i turchi terminarono le loro incursioni nella Scala, dopo essersi scontrati con la popolazione dell'attuale Porto Empedocle dove questi ultimi ebbero la meglio. Da qui ebbe origine l'esclamazione dialettale "Cu piglia un turcu è so".

La Scala dei Turchi è meta continua di turisti che approfittano di trampolini e piattaforme naturali per tuffarsi nelle acque sottostanti, caratterizzate da una trasparenza unica e favolosi fondali.
La Scala dei Turchi ha avuto grande risalto, anche grazie allo scrittore originario di Porto Empedocle, Andrea Camilleri, che la cita nei suoi racconti con protagonista il Commissario Montalbano, facendo una descrizione del luogo entusiasmante.

Alessia Sulfaro

<<mi sa dire come si fa ad arrivare alla Scala dei Turchi?>>
Seguendo le istruzioni del cammarieri , a un certo punto girò a mancina, fece qualche metro di strada asfaltata in discesa e si fermò. La strata non proseguiva, abbisognava camminare sulla rina. Si levò le scarpe e le quasette, si rimboccò l'orlo dei pantaloni e raggiunse la ripa del mare. Passato un promontorio, la Scala dei Turchi gli apparse 'mprovvisa.
Se l'arricordava assai più imponenti, quanno si è nichi tutto ci appare più granni della realtà. Ma anche accussì ridimensionata conservava la sua sorprendente billizza. Il profilo della parte più alta della collina di marna candida s'incideva con l'azzurro del cielo terso, senza una nuvola, ed era incoronato da siepi di un verde intenso. Nella parte più bassa la punta formata dagli ultimi gradoni che sprofondano nel blu del mare, pigliata in pieno dal sole, si tingeva, sbrillucicando, di sfumature che tiravano al rosa carrico. Invece la zona più arretrata del costone poggiava sul giallo della rina.
C'era ancora un centinaio di metri prima di arrivare alla base della collina, ma preferì ammirarla a distanza: si scantava di venirsi a trovare nella reale irrealtà di un quadro, d'addivintare lui stesso una macchia di colore.
S'assittò sulla sabbia e accussì stette, fumandosi una sigaretta appresso all'altra, perso a taliare le variazioni della tinteggiatura del sole, via via che andava calando, sui gradoni più bassi della Scala dei Turchi.

Tratto da " La prima indagine di Montalbano " di Andrea Camilleri

Website: www.lavalledeitempli.eu/le_spiagge_di_agrigento.html

Edited by _SAX_ - 22/5/2008, 15:05
 
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